La Stazione
La stazione principale si trova a quota 560 mm. dal piano 0 che è definito il piano più basso di circolazione dei treni. Si raggiunge dopo 3 giri completi del plastico di rampe in salita. È il tratto più alto del plastico raggiunto dalla doppia linea principale (solo la linea secondaria a 1 binario si spinge ancora più in alto nel tratto dietro alla stazione).
La stazione è stata studiata per attraversare tutto il plastico in diagonale per ottimizzare al massimo la lunghezza, quindi si poneva il problema di come sostenere il piano in zone dove non sono presenti le colonnine di barre filettate. Ho risolto il problema in modo efficace con quattro travi di legno che attraversano in larghezza il plastico e fissate alle estremità sfruttando sempre le stesse colonnine filettate, poste ad una distanza di 50 cm ognuna; questo mi ha permesso di aggiustare millimetricamente l’altezza e livellare in modo perfetto le travi. Naturalmente ho sfruttato travi di avanzo dalla struttura lavorate ed adattate allo scopo.
Successivamente ho usato del cartone rigido accoppiato per creare il piano di stazione di prova, operazione necessaria per definire i limiti di taglio del piano reale e vedere gli ingombri necessari. Mi sono aiutato posando binari e scambi come da progetto per verificare la fattibilità e la connessione con le linee esistenti. La stazione avrebbe infatti chiuso il circuito e considerando le tolleranze millimetriche del progetto, ho dovuto verificare che tutto fosse fattibile o definire le modifiche necessarie prima di creare il piano definitivo. Fortunatamente il progetto ben creato mi ha salvato da spiacevoli inconvenienti.
Usando la dima di cartone appena creata, ho costruito il piano della stazione sempre usando due pannelli di multistrato di pioppo da 6 mm di spessore accoppiati tra loro e sfalsati di qualche centimetro per incastrarsi alla sede ferroviaria già esistente. Su di essi ho poi incollato un foglio di sughero di 6 mm di spessore per l’effetto fonoassorbente e per uniformarmi al resto dell’impianto.
Il piano stazione è di quasi 4 metri di lunghezza e attraversa tutto il plastico in diagonale e per questo, una volta fissato, non è facile raggiungere tutte le posizioni, soprattutto quelle centrali. Fissare i binari, stendere i cavi, posizionare i segnali, applicare la massicciata e tutti gli accessori, la palificazione della linea area e la catenaria, sarebbero state tutte operazioni difficoltose in alcuni punti. Per questo ho studiato un sistema translabile del piano stazione, tramite un fulcro posto all’estremità destra, in modo da poter ruotare e quindi posizionare il piano stazione in posizione più comoda per lavorare.
Questo sistema mi ha aiutato nel posizionamento dei binari e nella predisposizione dell’impianto elettrico corrispondente, evitandomi pericolosi contorcimenti durante la posa in opera.
Pensavo di poter sfruttare questo sistema anche successivamente e fissare il piano stazione solo dopo aver completato la stazione in tutti i suoi particolari, ma mi sono ben presto reso conto che non era possibile. Parte del sistema elettrico nascosto e dei motorini degli scambi posti nel sottoplancia, andavano ad interferire con le travi di sostegno durante la translazione e questo impediva la rotazione del piano con grande rischio di rompere qualche fragile levetta degli scambi.
Ho quindi deciso di fissare definitivamente il piano della stazione in posizione e creare in modo permanente i collegamenti al resto del dell’impianto.
Alcune tecniche usate
Per posizionare alla giusta distanza i binari di stazione, ho creato una dima con del cartoncino lungo quanto la larghezza massima della stazione, nel quale ho ricavato degli incavi per le rotaie alla distanza di interbinario (57 mm. con i deviatoi slanciati di tipo K) e distanza maggiore dove ho previsto le pensiline.
Ho fatto ampio uso del binario flessibile in stazione, e per poterlo posare in modo perfettamente diritto ho usato due listelli di alluminio fissati ai lati del binario prima di fissarlo definitivamente.
Cosa c’è sotto la stazione?
Come dicevo prima, il lavoro più lungo e complesso non è la zona visibile della stazione, ma ciò che ci sta sotto, e cioè tutto il necessario al funzionamento e all’automatizzazione delle operazioni.
Per semplificare si può suddividere il lavoro in tre operazioni principali:
- Elettrificazione dei binari: non ho lesinato nel mettere punti di contatto nei binari, soprattutto nelle zone visibili, oppure ponticelli tra le giunzioni di binario per una sicura presa di corrente, in quanto le sole lamelle di giunzione delle rotaie non mi davano la necessaria sicurezza di tenuta del contatto dopo la verniciatura e col passare del tempo.
- Applicazione dei motori degli scambi: ho usato solo dei servomotori sottoplancia Tortoise completamente invisibili all’esterno, lenti nel movimento e abbastanza silenziosi. Li ho collegati ai decoder Lenz LS150 a sei vie e programmabili come tempo di esecuzione.
- Creazione dei binari di contatto: per ottenere un’automatismo con una centralina o un software per PC bisogna creare dei contatti che captino la presenza del treno in quel determinato tratto di binario. Questo l’ho ottenuto con i binari di contatto, cioè creando dei tratti isolati di rotaia collegati a un modulo di retroazione tipo s88 che, al passaggio del treno, segnalino la sua presenza alla centralina di comando.