L’illuminazione della stanza
Prima di iniziare a costruire fisicamente il plastico c’era una cosa che dovevo fare. Si trattava di illuminare in modo adeguato la stanza.
Lo so, il desiderio di iniziare a montare qualcosa per vedere girare i trenini al più presto è tanto, ma cerco di mettere da parte la frenesia e concentrarmi su questo lavoro che, se rimandato alla fine, avrei sicuramente trovato maggiori difficoltà nell’eseguirlo. Se infatti avessi rimandato questo aspetto dopo aver costruito il plastico, viste le limitate dimensioni della stanza in gran parte occupate dalla struttura, non sarei più riuscito a lavorare agevolmente per ottenere buoni risultati.
L’illuminazione della stanza
La stanza era ancora da illuminare, ma già predisposta per un solo classico punto luce previsto sul soffitto al centro della stanza. Mettere una lampadina in quel punto non mi avrebbe soddisfatto perchè, pur donando una luce diffusa in tutta la stanza, non avrebbe messo in evidenza le particolarità del plastico. Avrei preferito una luce più diretta.
L’ideale sarebbe stato utilizzare una serie di faretti che facessero luce diretta sul plastico. Avevo già visto soluzioni similari che mi avevano colpito.
Un’altra caratteristica a cui sono molto sensibile è il consumo energetico: tra il computer, i trasformatori, i booster, ecc… il consumo non sarebbe stato esiguo e risparmiare qualcosa sull’illuminazione sarebbe stato ben gradito. Fortunatamente oggi esistono molte soluzioni a risparmio energetico che vanno a sostituire le diffuse lampade a incandescenza dal consumo ormai troppo elevato. Si tratta di soluzioni quali le lampade tubolari fluorescenti, cosidette al “neon”, quelle a gas ed ultimamente si stanno diffondendo quelle a led ad alta potenza, più efficienti e ancora meno esigenti nei consumi.
Sono tutte soluzioni adatte al mio scopo, ma quella che preferisco è la tecnologia a led che si sta pian piano diffondendo e contemporaneamente stanno diminuendo i costi di acquisto. Inoltre i led sono la soluzione ottimale per i faretti in quanto sono più adatti ad una luce diretta piuttosto che diffusa e il loro basso consumo si presta ad avere più punti luce a basso costo.
Un altro aspetto che ho valutato nella scelta del led è la temperatura colore, che viene espressa in gradi Kelvin. In genere si distinguono due categorie principali: bianco caldo (2700 – 3300 °K) e bianco freddo (6000 – 7000 °K). Per capirci, la classica lampadina al tungsteno è di colore bianco caldo (2700 °K), ovviamente più la luce diventerà fredda più tenderà al blu.
Fatte alcune prove con un paio di faretti a led, uno con luce calda (2700 °K) e uno con luce meno calda (3500 °K), ho optato per il secondo perchè aveva una luce più naturale, ma in futuro nulla mi vieta di provare anche altre tonalità più fredde per capire, a plastico finito, quale sarà l’aspetto più naturale.
Stabilito quale sarà il tipo di illuminazione da adottare, mi sono messo alla ricerca di soluzioni possibili. Ho scelto un sistema a rotaie ampiamente componibile e personalizzabile. Un grande vantaggio è che si possono aggiungere, togliere o spostare a piacimento i faretti con grande facilità e a seconda del bisogno. Nessun problema se mi accorgo che una parte del plastico è poco illuminata: basta aggiungere un nuovo faretto o spostarne uno già presente. Si può anche mettere in risalto alcune parti del plastico magari alternando lampadine di varie tonalità colore, insomma si potranno ottenere vari effetti ma questo lo potrò verificare solo a plastico finito.
Per il momento non ho preso in considerazione l’uso dei “led strip rgb”, striscie di led multicolore che già ho utilizzato nel plastico precedente. Si tratta di led a bassa luminosità, non adatti ad una illuminazione a giorno, ma ideali per ricreare un’atmosfera particolare, come la luce della notte o del tramonto grazie alla possibilita di variare il colore. Questo tipo di illuminazione la rimando a quando il plastico sarà ormai finito per meglio ricreare la giusta atmosfera.