I livelli del plastico
Ora che il piano base è stato creato, che corrisponde al livello 0 (zero) del progetto, cioè il livello più basso dove risiede la stazione nascosta inferiore, è il momento di pensare a come alzarsi di livello, precisamente alle rampe in salita che portano ai livelli superiori.
In fase di progetto ho cercato di sfruttare ogni centimetro utile dello spazio disponibile e pertanto mi ritrovo senza spazio da gestire per eventuali errori di misure. Questa è la fase più delicata dove un piccolo errore si paga caro e può influenzare in maniera crescente i livelli più alti. A mio favore ho solo la tolleranza di qualche millimetro che mi possono offrire la flessibilità dei binari in caso di necessità.
Per tracciare misure precise creo delle dime in cartoncino larghe quanto il plastico, posizionate nelle due estremità dove si trovano le curve di ritorno a 180°, in modo da segnare esattamente la posizione per i fori delle colonne. Per effettuare questo mi aiuto con lo stampato in scala 1:1 del progetto e verificandolo con i binari al vero, posizionati temporaneamente.
Per sopraelevare il circuito ho deciso di adottare delle colonne portanti in metallo rappresentate da viti senza fine di diametro 6 mm, ideali in quanto sono abbastanza sottili da non occupare troppo spazio utlie e al tempo stesso resistenti e stabili a sufficienza una volta fissate tutte insieme con le sedi ferroviarie. Fissaggio che avviene tramite dadi e controdadi e una rondella per parte. Questo sistema ha il notevole vantaggio di poter regolare con precisione l’altezza di ogni singolo punto di ancoraggio.
Per la sede ferroviaria ho usato il compensato: 2 strati da 6 mm ognuno sovrapposti e incollati con aggiunta di viti da 12 mm di lunghezza per dare maggior sicurezza. Questo sistema mi permette di dare continuità al supporto della sede ferroviaria senza apparenti giunture tra i vari spezzoni di compensato. Infatti, all’estremità di ogni spezzone, ho lasciato sfalsati i due strati in modo che lo spezzone successivo si incastri in modo adeguato.
Sopra al compensato ha incollato uno strato di sughero per attenuare le vibrazioni e quindi il rumore. Ho optato per uno spessore di soli di 2 mm, forse un po’ pochi, ma avevo necessità di mantenere basso lo spessore complessivo del piano d’appoggio e ridurre i costi di acquisto. Il sughero infatti è un materiale molto caro ed acquistato in rotoli di 2 mm di spessore si riesce a contenere molto il suo costo. Userò più avanti uno spessore più alto solo dove necessario.
In alternativa al sughero ci sono altri materiali fonoassorbenti adatti e molto validi e sicuramente più economici, come i poliuretani espansi a cellule aperte o chiuse. Ne esistono di tanti tipi ed è difficile districarsi per trovare quello più adatto. Ho fatto qualche ricerca ma alla fine ho optato per il sughero perché è un prodotto più naturale che ben si amalgama al legno e mi da maggiori garanzie di tenuta nel tempo.
Una cosa molto importante da tenere presente se si vuole che l’effetto fonoassorbente sia efficace è di evitare sempre di fissare i binari con dei chiodini, altrimenti si ristabilirebbe il contatto fisico tra binari e legno che creerebbe una specie di cassa di risonanza amplificandone il rumore. In questo caso è necessario fissare i binari con altri metodi come la colla. Io ho usato della colla a caldo in alcuni punti, sparata con l’apposita pistola.
I livelli successivi
Dopo aver finito di costruire il livello base con la prima stazione nascosta a quota 0, ho proseguito al livello superiore (a quota 128 mm) con la seconda stazione nascosta identica ed esattamente sopra alla prima, e poi ho continuato con il duplice doppio binario in uscita dalle due stazioni fino ad alzarmi di un altro livello.
A questo punto, prima di continuare la costruzione della struttura alzandomi ancora di livello con il tracciato (e quindi sovrapponendomi ai livelli inferiori), ho dovuto dedicare del tempo per gestire l’impianto elettrico. Questo vuol dire definire tutti i punti di contatto dell’alimentazione ai binari, prevedere l’elettrificazione degli scambi e definire tutti i contatti necessari per una gestione automatizzata dell’impianto. E naturalmente testarne il corretto funzionamento.
Prima di iniziare a costruire avevo già pianificato le sezioni di alimentazione e i vari punti di contatto necessari. Ora si trattava di tirare fisicamente i fili e collegarli all’impianto, cosa che avevo già parzialmente fatto nel livello più basso prima di sovrapporci il livello superiore. L’importante era andare di pari passo con la costruzione della struttura in modo da agevolare il lavoro.
Testati i nuovi tratti di binario e stabilito il corretto funzionamento, posso tornare a dedicarmi alla preparazione della sede ferroviaria per alzarmi ancora di un altro livello (nel progetto ogni livello si trova a 128 mm. sopra al precedente) fino ad arrivare a quota 560 mm con la doppia linea per raggiungere la stazione principale di Buzzaceto. Questo vuol dire cha manca ancora parecchio lavoro da fare.
Dopo aver costruito ogni nuovo livello controllo accuratamente le pendenze che siano costanti aiutandomi con una livella a raggio laser, poi definisco l’impianto elettrico come spiegato sopra e testo che il funzionamento sia corretto in tutti i suoi aspetti: questo aiuta a trovare più facilmente la soluzione di eventuali problemi come corti circuiti o aggiustamenti di binari di contatto.
Per tutti i tratti nascosti ho sfruttato i vecchi binari che già possedevo con massicciata rigida (Märklin tipo C) integrandoli con dei nuovi dello stesso tipo, mentre nei tratti a vista ho deciso di optare per i più vecchi Märklin tipo K senza massicciata. Ho scelto questo metodo principalmente perché i binari con massicciata rigida, pur essendo più facili e veloci da posare, hanno il grande svantaggio della rigidità, cioè hanno raggi di curvatura fissa e non dispongono del binario flessibile, indispensabile per ottenere curve molto ampie e realistiche. inoltre la serie K dispone del doppio scambio slanciato Inglese non presente nei C, che ho usato ampiamente in stazione. Ho collegato i due sistemi con i binari di transizione specifici in punti nascosti, in questo modo alla vista dell’osservatore risulta un solo tipo di binario.
La posa del sughero nei tratti a vista, dove ho installato i binari senza massicciata, è di 6 mm. di spessore che compensa in modo perfetto il dislivello tra i binari con massicciata e senza, inoltre è dell’altezza giusta per una massicciata al vero. Ho provveduto ad inclinare ai lati il taglio del sughero, in questo modo, quando andrò a posare la massicciata, sarò in grado di usare meno materiale.
Le foto sopra mostrano le fasi di posa del sughero che ho incollato con colla vinilica e tenuto in posizione dalle pinze fino ad essiccazione. Nei tratti curvi ho diviso la striscia di sughero larga 5 cm. in due pezzi da 2,5 cm. in modo da facilitare la piegatura. Solo nei tratti a vista ho tagliato inclinato il sughero per simulare la massicciata reale.